medi, rappresentati da Cisti, accettano di buon grado di restare nella loro condizione,
senza presumere di innalzarsi al livello delle classi superiori. Nella realtà, invece, esistevano
a Firenze aspri confl itti e i ceti medi, rappresentati dalle Arti mezzane e minori,

insomma, rappresenta la realtà sociale del suo tempo non come è, ma come desidera
che sia: una stratifi cazione sociale in cui ogni strato si accontenti della posizione che
occupa, in cui però regni una perfetta armonia, sulla base di una comune visione della
vita e di comuni valori, in particolare quello della cortesia.
Si osservi ancora come la visione ideale dell’armonia sociale arrivi a comprendere i
ceti intermedi, ma escluda quelli inferiori. I bot
tegai e gli artigiani possono attingere
ai valori della cortesia, della liberalità, del vivere splendido, ma non i lavoranti e i servitori.
Tutto il racconto si impernia sul fatto che il vino pregiato di Cisti non è «vin da
famiglia» e non deve essere gustato dai servi. L’utopia boccacciana ha precisi confi ni
verso il basso della scala sociale.
Nessun commento:
Posta un commento