martedì 30 agosto 2016

Dentro l'opera: il nostro riassunto della novella di Cisti Fornaio

Riassunto della novella (VI, 2):

Cisti è un umile fornaio fiorentino. Ogni giorno il protagonista nota passare davanti alla propria bottega il nobile Geri Spina e gli ambasciatori del papa Bonifacio, che discutono di importanti affari diplomatici passeggiando vicino alla chiesa di Santa Maria degli Ughi a Firenze. La circostanza storica (e quindi basata su fatti reali) passa presto in secondo piano, lasciando spazio all'invenzione narrativa. Cisti vorrebbe offrire il suo migliore vino bianco ai tre uomini, per aiutarli a combattere il gran caldo; ma, a causa della sua condizione sociale, non osa invitarli. Fa quindi in modo che Geri Spina si inviti da solo, sedendosi ogni giorno davanti alla propria bottega a gustare il vino 1.
Attirato dalla scena, il terzo giorno il nobile si avvicina e chiede al fornaio di fargli assaggiare il pregiato nettare. Ne rimane così colpito che decide di organizzare un banchetto con alcuni nobili della città, per farglielo gustare. Viene quindi mandato un servo a prendere il vino da Cisti. Il servo, che vorrebbe avere un po’ di vino anche per sé, arriva dal fornaio con un grande fiasco. Cisti, tuttavia, si rifiuta di dare il vino in quanto un contenitore così grande non va bene per un tale vino, ma solo per l’acqua dell’Arno. Il servo riferisce la risposta a Geri, che lo invia nuovamente con un nuovo fiasco di dimensioni minori, che il fornaio riempie. In seguito Cisti spiega al nobile di aver dato tale risposta dicendo che quel vino così buono non era degno di essere bevuto dai servi; infine regala tutto il vino a Geri:
Messere, io non vorrei che voi credeste che il gran fiasco stamane m’avesse spaventato; ma, parendomi che vi fosse uscito di mente ciò che io a questi dì co’ miei piccoli orcioletti v’ho dimostrato, ciò questo non sia vin da famiglia, vel volli staman raccordare. Ora, per ciò che io non intendo d’esservene più guardiano tutto ve l’ho fatto venire: fatene per innanzi come vi piace.
L'umile fornaio viene così ricompensato dal nobile e ne guadagna l'amicizia. 

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